Il comfort abitativo è una condizione di benessere che si crea all’interno di un ambiente in funzione di quattro parametri, ovvero la temperatura, la qualità dell’aria, l’acustica e la luminosità.
Non è una novità che l’inquinamento atmosferico sia causa di diverse malattie legate ai più svariati fattori… ma cosa succederebbe se provassimo davvero a pensare che all’interno delle nostre case la qualità dell’aria è cinque volte peggiore rispetto all’esterno?
L’ aria che respiriamo quando ci troviamo nei luoghi chiusi, ovvero per il 90% del nostro tempo, è altamente più inquinata e insalubre rispetto a quella che respiriamo nell’ambiente esterno, causando un danno potenziale davvero ingente al nostro organismo.
I dati raccolti dall’O.M.S. classificano l’inquinamento indoor addirittura come la principale causa di decesso legata all’ambiente e stimano che nel 2010 esso abbia determinato un numero di morti compreso fra 3,5 e 4 milioni. Inoltre circa la metà dei decessi di bambini di età inferiore ai 5 anni sarebbe riconducibile ad infezioni respiratorie acute collegate all’inalazione di aria domestica inquinata (dati OMS 2014).
Le principali patologie a cui l’esposizione ad inquinamento indoor può portare, sono quelle riguardanti gli apparati cardio-circolatorio e respiratorio, a partire da disturbi leggeri come tosse, irritazioni e forme allergiche per arrivare a problemi più gravi, come bronchiti, polmoniti, asma, cardiopatie, cancro. Da qualche anno si è iniziato a parlare anche di Sick Building Syndrome (S.B.S.), tradotto in italiano come sindrome da edificio malato, con cui si indicano i sintomi, manifestati da una o più persone, riconducibili al tempo trascorso all’interno di un edificio ma non identificabili come malattie specifiche.
Fino a qualche anno fa si poteva fare affidamento sui cosiddetti “spifferi”, ossia sulle infiltrazioni di aria dovute a infissi poco performanti. Oggi i serramenti sono a tenuta elevata e le infiltrazioni sono inesistenti.
Il fatto poi che non sia sempre possibile aprire le finestre con una certa regolarità (ovvero almeno 5 minuti ogni 2 ore) rende le nostre case delle vere e proprie “camere a gas”, che crea gravissimi danni alla salute.
La corretta ventilazione è indicata anche come una strategia per l’eliminazione dei problemi di muffa e condensa.
La ventilazione meccanica ha non soltanto la funzione di garantire il ricambio d’aria, ma migliora l’aria esterna che entra dentro casa filtrandola, riscaldandola o raffreddandola a seconda delle necessità; possiamo filtrare anche pollini. Gli impianti a doppio flusso vengono scelti soprattutto per la loro capacità di recuperare il calore dall’aria sporca in uscita.
Pensiamo ad un edificio ben riscaldato e coibentato in modo efficiente: la continua estrazione di aria calda dall’ambiente interno potrebbe causare un aumento dei consumi per il riscaldamento. Il recupero del calore viene effettuato proprio per poter usufruire di tutti i vantaggi della ventilazione (ricambio d’aria, salubrità degli ambienti, ecc.), mantenendo elevate le prestazioni energetiche dell’edificio.
I due diversi canali dell’aria, in entrata e in uscita, vengono fatti confluire in uno scambiatore di calore aria-aria (conosciuto anche come “recuperatore di calore”), dove l’aria esausta (più calda) trasferisce parte del proprio calore all’aria in ingresso, riscaldandola. Affinchè il sistema sia sostenibile, il rendimento dello scambiatore di calore deve essere del 60-75%. In questo modo il recupero di calore limita al minimo le dispersioni termiche causate dalla ventilazione, avendo un notevole risparmio in bolletta.
La ventilazione meccanica scelta dalla Domus Mugnano Immobiliare, della Daikin/Rotex ha un rendimento del 95%, superando “l’ottimo rendimento” e raggiungendo una resa assoluta.